Alla scuola La Traccia di Calcinate (BG) l'oasi naturalistica Archè offre un'occasione unica per immergersi in un contesto naturale: fare lezione nel bosco o passeggiare tra prati, stagni e altri ambienti per stupirsi, conoscere e custodire la casa comune e la biodiversità che la abita.
“Ogni filo d'erba, ogni scarabeo, la formica, l'ape dorata, tutti gli esseri, insomma, conoscono in modo davvero meraviglioso la propria strada pur non avendo intelligenza, sono la testimonianza del mistero divino, il quale si esplica anzi in loro continuamente”
Fëdor Dostoevskij
“La capacità dell’essere umano di trasformare la realtà deve svilupparsi sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio. ”
Let. enc. Centesimus annus
Un’area verde ricca di elementi naturali costituisce lo spazio privilegiato per svolgere numerose attività manuali volte alla cura del sito stesso. Nel lavoro è possibile fare un’esperienza unica e privilegiata di conoscenza di sé e del mondo. Potersi scoprire utili dentro una realtà viva permette di sperimentare un senso di responsabilità. Lavorare al mantenimento di un luogo ricco di esseri viventi insegna la pazienza, l’attesa, l’umiltà, la perseveranza, la gratitudine, il fallimento e il gusto della fatica.
In un mondo in cui sembra di poter sempre ottenere tutto e subito, l’implicazione con un ambiente naturale porta alla scoperta che i tempi e i metodi sono dettati dall’oggetto. La natura può dunque contribuire in modo determinante all’educazione della persona, condizione indispensabile per una vera educazione ambientale.
“Quando i frati tagliano legna, [San Francesco] proibisce loro di recidere del tutto l’albero, perché possa gettare nuovi germogli. E ordina che l’ortolano lasci incolti i confini intorno all’orto, affinché a suo tempo il verde delle erbe e lo splendore dei fiori cantino quanto è bello il Padre di tutto il creato. Vuole pure che nell’orto un’aiuola sia riservata alle erbe odorose e che producono fiori, perché richiamino a chi li osserva il ricordo della soavità eterna”
Celano, Vita Seconda, 165